Il caldo fa male?

Chi, come me, è nato nei primi anni cinquanta è cresciuto abituandosi a pensare che è normale che d’inverno faccia freddo, anche molto freddo, e che d’estate faccia caldo, anche molto caldo… ma oggi non è più così. Caldo e freddo fanno notizia, pochi centimetri di neve diventano “l’Italia stretta nella morsa del gelo”, e quando il termometro supera i trenta gradi diventa emergenza nazionale. C’è persino un numero verde “anti-afa” al quale i cittadini possono rivolgersi ...


Chi, come me, è nato nei primi anni cinquanta è cresciuto abituandosi a pensare che è normale che d’inverno faccia freddo, anche molto freddo, e che d’estate faccia caldo, anche molto caldo… ma oggi non è più così. Caldo e freddo fanno notizia, pochi centimetri di neve diventano “l’Italia stretta nella morsa del gelo”, e quando il termometro supera i trenta gradi diventa emergenza nazionale. C’è persino un numero verde “anti-afa” al quale i cittadini possono rivolgersi per chiedere aiuto su come difendersi dai pericoli del gran caldo. Naturalmente esistono patologie causate da un’eccessiva esposizione al caldo o al sole (colpi di calore, insolazioni), ma il terrorismo mediatico a cui assistiamo quotidianamente da anni è del tutto sproporzionato alla frequenza reale di questi eventi. Una delle conseguenze di questa tendenza culturale è un cambiamento nella visione della Natura, che sempre più diventa nemica, pericolosa e infida, e ciò finisce per alterare anche il rapporto di ciascuno con la propria natura personale. La sudorazione, principale mezzo che il nostro corpo ha a disposizione per disperdere calore, è sconveniente, spiacevole, poco elegante, si vorrebbe sempre la pelle asciutta e la camicia impeccabile. Così si è arrivati negli ultimi anni ad un uso di massa, e spesso dissennato, dei condizionatori, una delle principali minacce alla salute pubblica nei mesi estivi (oltre che fonte di esagerato consumo energetico). Tutti abbiamo notato un inquietante aumento in piena estate di patologie respiratorie acute anche serie (bronchiti di difficile risoluzione, broncopolmoniti) che un tempo erano tipiche solo delle stagioni fredde.

Il problema nasce dal fatto che gli ambienti ad aria condizionata non sono semplicemente più freschi rispetto all’esterno, come sarebbe una cantina o una vecchia villa di campagna con i muri spessi mezzo metro; sono più freschi grazie al fatto che violenti getti di aria fredda e secca vengono immessi nel locale e per lo più non in punti riparati o protetti da deflettori, ma in genere diretti esattamente sulla testa o sul collo dei presenti. In piena estate il nostro corpo è predisposto per adattarsi al caldo, dunque è in una condizione di vasodilatazione e traspirazione aumentata; nel momento in cui entriamo in una ambiente ad aria condizionata (supermercati, uffici, ristoranti) in cui la temperatura è in genere esageratamente bassa rispetto all’esterno, subiamo un vero e proprio shock termico, particolarmente nocivo quando rimaniamo esposti, anche per breve tempo, ai getti d’aria fredda. Il nostro corpo si trova improvvisamente proiettato in un micro-clima tardo-autunnale e reagisce di conseguenza, con una brusca vasocostrizione, arresto della traspirazione e tensione muscolare, soprattutto nella zona delle spalle e del collo. Quando torniamo all’aperto, o in ambiente a clima meno freddo, si avrà una corrispondente ed intensa vasodilatazione reattiva che, a livello delle vie respiratorie (organi particolarmente sensibili al freddo) darà luogo a fenomeni infiammatori (raffreddori, bronchiti). A livello della muscolatura cervico-scapolare le tensioni muscolari tendono a mantenersi, anche perché istintivamente si è portati ad assumere una postura chiusa con le spalle sollevate per proteggere il collo. Il continuo ripetersi di questi shock termici porterà facilmente all’instaurarsi di patologie recidivanti e difficili da curare. Così, per difenderci dal caldo, ci troviamo paradossalmente a subire le conseguenze del freddo!

Il mio consiglio è, ovviamente, di non usare aria condizionata o, quanto meno, usare l’impianto per raffreddare l’ambiente (casa, automobile) prima di entrarvi, mantenendolo poi al livello minimo indispensabile per ottenere una temperatura confortevole, e soprattutto provvedere a schermare le boccole da cui esce il getto d’aria fredda in modo da evitare l’esposizione diretta.

In omeopatia esiste un rimedio quasi infallibile per i colpi d’aria e di freddo; si tratta di Aconitum Napellus (in genere semplicemente Aconitum), che io prescrivo abitualmente in diluizione 30 o 200CH, e che, insieme a una felpa o golfino di lana, dovrebbe far parte della dotazione di chi oggi si avventura in un supermercato o vuole andare fuori a cena con gli amici….

Aconitum è il rimedio di tutto ciò che inizia in modo improvviso e violento (un esempio tipico sono le otiti dei bambini che iniziano di notte), delle condizioni caratterizzate da tensione e paura (è spesso utile nelle crisi di panico), degli spaventi, e lo shock termico da aria condizionata è un vero e proprio “spavento fisiologico”. E’ il rimedio tipico della fase di allarme e delle prime manifestazioni infiammatorie delle malattie acute, dunque utilissimo nelle prime ore in cui il disturbo comincia a manifestarsi. La sensazione di “aver preso freddo” è tipica e inconfondibile ed è completamente diversa dal “sentire che fa freddo”. “Sentire che fa freddo” è la percezione cosciente di ciò che i sensori termici del corpo stanno segnalando al cervello, mentre la sensazione dell’”aver preso freddo” è solo in parte fisica (forse qualche leggero brivido) ed è sempre accompagnata da una sottile inquietudine che assomiglia molto alla paura, ed è la traduzione a livello emozionale dello stato di allarme in cui il nostro organismo è in quel momento entrato.

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