Tubercolosi e Coronavirus, esiste una relazione?

I cacciatori governativi di fake news si sono lanciati con la consueta “virulenza” contro la notizia, ormai diffusissima sulla rete e più fra il largo pubblico che fra gli addetti ai lavori, secondo la quale la vaccinazione antitubercolare potrebbe dare una maggiore resistenza all’infezione da coronavirus e in particolare alle sue complicanze broncopolmonari. Lo hanno fatto dicendo che la vaccinazione antitubercolare non può avere alcun effetto protettivo perché il germe della TBC è un batterio e non un virus.

In realtà nessuno ha mai sostenuto che questa vaccinazione sia efficace anche contro il Covid, semplicemente si è avanzata l’ipotesi, in base ad alcune osservazioni preliminari, che possa innescare un’attivazione immunitaria ad ampio spettro potenzialmente utile in questo contesto. I medici omeopati, si sa, non sono favorevoli all’uso indiscriminato delle vaccinazioni, la notizia di cui sopra è solo uno spunto per parlare di un rimedio che da oltre due secoli è usato con successo in Omeopatia per trattare patologie respiratorie e non solo: Tubercolinum.

Questo rimedio appartiene alla classe dei cosiddetti “nosodi”, farmaci preparati a partire da tessuti o secrezioni patologiche, in questo caso derivanti dalla malattia tubercolare. Si tratta di realtà di una famiglia abbastanza ampia (almeno sei o sette fratelli di cui io sono a conoscenza) i cui membri hanno lo stesso nome “Tubercolinum” ma un diverso cognome (ad es. Bovinum. Residuum, Aviaire, ecc.) e indicazioni specifiche diverse.
In generale Tubercolinum risulta efficace nelle persone, adulti o bambini, che hanno spesso e inspiegabilmente malattie dell’apparato respiratorio che si protraggono a lungo e che guariscono con difficoltà. A volte in questi casi si ritrova nella storia familiare la presenza della TBC.
Tubercolinum Aviaire, in questo periodo spesso proposto come rimedio preventivo per le complicanze polmonari da coronavirus, si è dimostrato molto efficace soprattutto nella risoluzione di polmoniti o bronchiti dopo la fase acuta della malattia.
Altri “Tubercolinum”, pur condividendo questa polarità respiratoria, sono più adatti per trattare malattie cutanee o dell’apparato osteo-articolare. A questo proposito merita ricordare che, ormai parecchi anni fa, iniezioni intraarticolari di Rifamicina (noto antibiotico antitubercolare) furono usate per trattare l’artrite reumatoide, terapia poi abbandonata perché i risultati a distanza non furono pari alle promesse iniziali.
La Tubercolosi polmonare dava, quando non esistevano terapie efficaci, devastazioni simili a quelle provocate nei casi più gravi dal coronavirus e, al pari del coronavirus attuale, poteva localizzarsi con gravi conseguenze negli organi più diversi.
Infine, piccola nota di colore, una caratteristica psicologica spesso presente nei soggetti ai quali si adatta Tubercolinum è uno spiccato desiderio di viaggiare, che anche il coronavirus ha dimostrato di possedere in forma clamorosa…….

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